mercoledì 28 novembre 2018

I segreti di Topolinia gli anni della segregazioni

Allora nell'ultimo post eravamo arrivati fino agli anni trenta, Topolino e soci erano stati modellati sui black minstrel per da un lato sfruttare un qualcosa che all'epoca si riteneva un normale filone narrativo per l'infanzia e da l'altro per superare i problemi tecnici del mezzo cinematografico.

 Nel 1934 compare nel cortometraggio "The Wise Little Hen" Paperino, con l'inizio dell'uso del technicolor e la diminuzione della presa di Topolino sui più piccoli Disney decide di portare sullo schermo un papero bianco dal carattere difficile, ma umano.

Paperino è un successo, è subito viene unito agli altri personaggi Disney, quando ci si inizia ad accorgere che c'era un grosso problema, il nuovo arrivato stonava accanto agli altri, a differenza di loro non era ispirato ai black minstrel e suoi vestiti alla marinara ricordavano quelli di un bambino di una famiglia benestante, un bambino bianco che giocava circondato da bambini di colore. La California sarà sempre stato uno stato liberale, ma era troppo vicino agli stati del sud segregazionisti. Disney per non perdere pubblico in quegli stati inizia a ridurre le comparizioni di Paperino con i vecchi personaggi per creare intorno a lui un nuovo cast bianco, ed ecco apparire Paperina, Qui, Quo, Qua e Ciccio.
Dallo schermo si passa alla carta stampata con le strisce a fumetti sui giornali, con Floyd Gottfredson alla guida le storie di Topolino lasciano sempre più il tono dei cartoni animati e si riempiono di avventura, spionaggio e giallo, il topo passa dal maschera di Gumbo Chaff per prendere quella del "black soldier" dei minstrel show.
Intanto autori come Bob Karp e Carl Barks portano alla vita Paperopoli che diventa il simbolo dell'America moderna con grattacieli, miliardari (Paperone, Rockerduck e i tanti di passagio) con una maggioranza di bianca ben separata da Topolinia con i vicoli bui, le case isolate piene di intrighi e crimini.
I Brasiliani capiscono cosa succede e nelle loro storie interpretano Topolinia come un quartiere di Topolinia, poichè gli autori americani avevano differenziato i due luoghi come se uno fosse riservato a i bianchi e l'altro alle persone di colore. Topolinia era in poche parole il ghetto di Paperopoli come richiesto dalla mentalità dei benpensanti dell'epoca.
Poi arrivarono gli anni '50 e il movimento per i diritto umani riuscire a far chiudere i minstrel show, le rappresentazioni stereotipate di persone di colore divennero un tabù, tanto che anche Disney non fece più comparire Topolino in nuovi cortometraggi o film dalla creazione del movimento anzi tutti membri della vecchia banda Disney vennero messi in attesa ad eccezione di Pippo, il quale dalla fine degli anni quaranta fu sensibilmente modificato nell'aspetto e nella psicologia per rappresentare l'americano medio che vive in periferia.
I vecchi film vennero rimontati e furono censurate molte scene originali, si iniziò a mitigare i fumetti e a nascondere la realtà che Topolino era nato come un personaggio afroamericano.
Per i successivi cinquantanni si evitò l'argomento finchè nel 2015 l'argomento fu riportato alla luce dal libro "Birth of an Industry: Blackface Minstrelsy and the Rise of American Animation" di Nicholas Sammond.

3 commenti:

  1. Eheh, mitica questa spartizione tra bianchi e neri!
    Mickey ha un'anima black e si vede... incredibile la storia dello spettacolo americano, comunque!^^

    Moz-

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    1. Già mi chiedo solo perchè la Disney non ammetta la razza di Topolino, dopo tutto altre case di fumetti come la DC si dannano per reinventare i personaggi classici come afroamericani e altre minoranze.

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  2. Le tesi di questo articolo mi sembrano molto discutibili.

    Topolino ha il corpo nero perchè i primi cartoni erano in bianco e nero e se il corpo fosse stato bianco sarebbe stato difficile distinguerlo dallo sfondo. Ma il bianco/rosa della faccia chiarisce che non è di colore, anzi in almeno un fumetto di Gottfredson viene definito un uomo bianco da dei nativi.

    La striscia spin-off di Paperino partì perchè Taliaferro chiese ed ottenne il permesso di farla, non certo per il colore dei personaggi. La separazione tra l'universo di Topolino e quello di Paperino, con conseguente creazione di comprimari per il papero, nacque da necessità burocratiche, dato che le strisce erano vendute a giornali concorrenti e non potevano quindi contenere gli stessi personaggi. Gli albi a fumetti americani inizialmente pubblicavano ristampe di strisce, poi iniziarono a produrre inedite e per coerenza mantennero la distinzione tra gli universi che esiste ancora oggi nei fumetti.

    Anche la fine dei corti negli anni '50 è dovuta alla nascita della tv, non certo alla chiusura dei minstrel show. Difficile poi commentare il fatto che "I vecchi film vennero rimontati e furono censurate molte scene originali, si iniziò a mitigare i fumetti" senza riferimenti precisi a queste censure o mitigazioni.

    Ma magari era un articolo ironico/parodistico e adesso farò la figura da fesso per averlo preso sul serio.

    P.S. Non ho capito cosa vuol dire "I Brasiliani capiscono cosa succede e nelle loro storie interpretano Topolinia come un quartiere di Topolinia".

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