lunedì 10 dicembre 2018

Gli antenati: Paperino e la leggenda dello scozzese volante

Oggi parliamo di Paperino e la leggenda dello «scozzese volante» (INDUCK: I TL  174-AP) di Romano Scarpa con la collaborazione sugli inchiostri di Luciano Gatto.

Paperone si sente depresso, così cerca tra i negozi qualcosa che lo distragga. Nell'emporio più economico trova un piccolo e bizzarro uccellino di razza kaibì. I kaibì sono molto delicatissi e si nutrono soltanto di sardine freschissime, mezza ogni settimana.



Paperone riacquista il buon umore grazie al canto del kaibì, ma quando dal pescivendolo, egli compra metà dell'ultima sardina rimasta in vendita l'uccellino la rifiuta.
Allora telefonano al venditore che gli piega che il kaibì mangia solo sardine tagliate longitudinalmente. Ritornato al mercato scopre che tutti i pescivendoli hanno terminato le sardine, perfino negli altri mercati di Paperopoli non ce ne sono più.
Dopo mille peripezie e a aver cercato in ogni più remoto angolo degli stati costieri americani, Qui, Quo, Qua suggeriscono di utilizzare una sardina in scatola, però il kaibì ne rimane disgustato alla sola vista.

Paperino convinto che sia solo viziato e convince Paperone a fingere che la sardina sottolio sia in realtà una sardina appena pescata. L'uccellino sembra cascarci, ma appena la assaggia la sputa.
I nipotini allora suggeriscono di contattare la più grande fabbrica di sardine sott'olio al mondo.
Il consiglio di amministrazione decide allora di vendere l'intera azienda in perdita a Paperone, che è costretto ad accettare per avere una mezza sardina fresca, ma scopre che nè in magazzino, nè sulla flottiglia di pescherecci c'è una sola sardina.

Paperino vuole vederci chiaro e decide di rivolgersi al comandante della nave ammiraglia, egli sostiene che le sardine hanno cambiato completamente abitudini probabilmente spaventate dalle apparizioni dello scozzese volante di cui gli mostra una foto scattata 3 mesi prima!
Paperino diffidente organizza una spedizione per scoprire il vero motivo che ha causato la scomparsa delle sardine dalle abituali rotte di pesca.

I cinque paperi si imbarcano sul peschereccio Arzella insieme al Kaibì e salpano verso il mare aperto. Dopo molti giorni un enorme banco di sardine travolge l'Arzella e ne riempie tutto il ponte di pesce. Paperino alza gli occhi al cielo e vede un antico vascello volare a venti sopra di loro. Paperone con il cannocchiale intravede un corsaro dall'aria bellicosa.
I paperi dieci giorni dopo raggiungono il porto di Tegucicalpa, il più prossimo, che non ha apparati per la conservazione del pesce. Pertanto Paperino ed i nipotini decidono di disfarsi del carico in mare dopo aver rifocillato il Kaibì.

A Tegucicalpa i paperi sperano di reperire una nuova sardina per l'uccellino di Paperone, ma misteriosamente, appena interrogati i commercianti ridono loro in faccia perchè proprio in quel giorno, il 3 maggio, ogni anno c'è una misteriosa pioggia di sardine, percui  tutta la popolazione corre a radunarsi in un prato sollevando i canestri in aria.
Paperone vede la possibilità di lucrare sul fenomeno, ma i nipoti non sono d'accordo poiché la pesca miracolosa sembra essere il solo mezzo di sostentamento per i poveri del paese.

Deciso a fare chiarezza sul mistero Paperone ordina un pallone aerostatico con cui risalgono l'atmosfera in direzione della pioggia di sardine. Li accogono le palle di cannone del misterioso vascello! Con un'abile manovra evitano i colpi e vanno all'arrembaggio della nave.
Saliti sul ponte i paperi vengono catturati e messi alla passerella dal misterioso corsaro. Giunto ad un passo dal vuoto Paperone ricorda dove aveva già visto quel papero nella galleria dei suoi avi, egli è Pap Mc Paper un suo antenato diretto (un tris-tris-trisavolo).
Scoperta la parentela il corsaro e i discendenti si riuniscono negli alloggi dello scozzese volante, qui egli racconta la sua storia.

Proveniva dalle isole britanniche da trent'anni aveva il dominio incontrastato sul Mare Caraibico di cui razziava i villaggi costieri, in particolar modo razziava le sardine! Ma al 3 maggio 1666 a Tegucicalpa operò la più grande razzia che mai avessero compiuto in tanti anni di onesta pirateria. Con rimorso il corsaro ammise che tolse le sardine di bocca addirittura a vecchi e bambini! I pirati speravano che grazie alla vendita del carico si sarebbero molto arricchiti, sennonché al largo il vento cessò e restarono bloccati e senza il sale per conservare le sardine. Tutto il carico andò a male dopo sei giorni la ciurma semi-asfissiata ed insofferente chiese inutilmente al papero corsaro di gettare in mare il carico, mandandolo su tutte le furie perciò la ciurma preferì montare sulle scialuppe ed abbandonare la nave.

Dopo molti giorni Pap Mc Paper capii che il destino di certo lo stava punendo per le sue malefatte e in cima all'albero maestro fece una solenne promessa: se si fosse salvato si sarebbe impegnato per 300 anni a pescare sardine per offrirle in dono ai povero di Tegucicalpa. Il vento lo salvò e da allora e in navigazione per i sette mari, per mantenere la parola data, pescando le sardine che poi riversa su Tegucicalpa, anche se è sempre più stanco acausa dei secoli sulle spalle.
Paperone si offre di pensare alle forniture di pesce ogni 3 maggio fino al compimento della promessa, a patto che lui la smetta di spaventare le sardine.
La proposta viene accettata con entusiasmo dall'antico corsaro che viene liberato dal suo impegno e porta i suoi discendenti a casa a bordo della nave volante.
Durante il viaggio a Pap Mc Paper svela che verso il 1720 si accorse che la nave tendeva a sollevarsi sull'acqua perchè il legno con il passare degli anni si era così corroso, svuotato ed alleggerito tanto che uno spiffero era sufficiente per fargli prendere quota.

atterra all'aeroporto di Paperopoli. Tra lo stupore generale i paperi all'aeroporto di Paperopoli scendono invece che ad un aeroplano, ad un antico vascello.
Pap Mc Paper riprende il volo scomparendo tra le nuvole, mentre i nipoti capiscono le reali intenzioni di Paperone che a volito mettere a riposo e dare pace al suo antenato senza umiliarlo.

Genealogia 

Pap McPaper è il tris-tris-trisnonno di Paperone e probabilmente Malcom de' Paperoni era un suo bisnonno, la cosa particolare è che Pap McPaper vive per otre 300 anni solo per spinto da qualcosa che deve portare a termine, come Paperone in Il papero più ricco del mondo (INDUCK: D 93488) che ringiovanisce di ventanni e più capendo che può realizzare anche molte altre cose. Perciò Pap McPaper si merita il nostro nuovo tag I Matusalemme Paperi, personaggi centenari creati molto da noi italiani.

2 commenti:

  1. Oltre 300 anni! Cacchio i paperi Disney campano parecchio, allora Paperone che è nato nel 1867 è solo di mezza età:)

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  2. Mi sa che questa devo averla letta anch'io :) Certo che Paperone in confronto a MacPaper è un giovanotto!

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